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mercoledì 6 settembre 2017

Roma nella Divina Commedia: Ponte Sant'Angelo!

Dante cita spesso Roma, nella Commedia, e lo vedremo in post successivi.
Ed in effetti, Roma, per lui, era importantissima perché era stata
«stabilita per lo loco santo u' siede il successor del maggior Piero» (Inferno, II, 23-24).

Ed anche perché era stata destinata dalla Provvidenza a costituire il nocciolo di quell'Impero che avrebbe guidato il mondo.

 

Ma Dante vide mai Roma di persona?
Forse sì. 
E in due occasioni:

-Nel 1300, durante il primo Giubileo della storia.
-N
ell'ottobre del 1301
, quando il Poeta sarebbe andato a parlare con il papa Bonifacio VIII per discutere dei problemi di quest'ultimo con Firenze. In questa occasione, secondo l'antico cronista Dino Compagni, Dante avrebbe detto: 


«Se io vado, chi resta [a difendere Firenze]? E se io resto, chi va?».

A Roma, il Poeta avrebbe  soggiornato presso un antico albergo, posizionato a via dell'Orso: l'Albergo dell'Orso.


A sinistra, l'antica locanda dell'Orso. A destra, l'Albergo com'è ora.
per le immagini, VEDI http://www.prolocoroma.it/via-dellorso-e-la-sua-omonima-locanda/
 

Ma siamo sicuri che Dante vide Roma?

C'è un passo della Commedia che fa pensare di sì.
Nel canto XVIII dell’Inferno, infatti, il Poeta  descrive in modo estremamente preciso qual era stata la strategia messa in atto dai romani per regolare la circolazione dei pellegrini sul ponte che collegava Castel Sant'Angelo all'altra riva del Tevere (il Monte Giordano).


La circolazione, infatti, doveva risultare difficile a causa della grande folla presente a Roma per il Giubileo del 1300.
Così, si era stabilito di dividerla in due file, una diretta verso il Castello, una verso l'altra parte.


Nell'Inferno, Dante paragona questa doppia circolazione al procedere in due sensi opposti di due file di peccatori (ruffiani e seduttori) all'interno di una bolgia.
In pratica, i dannati si muovono su due file, così

«come i Roman per l'essercito molto,
l'anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto, 
 

che da l'un lato tutti hanno la fronte
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro,
da l'altra sponda vanno verso 'l monte.»

Inferno, XVIII, 28-33.

Il ponte in questione era l'attuale «Ponte Sant'Angelo».


Nell'immagine si vede il Ponte 
che collega il Castello al Monte Giordano.


Questo passo della Commedia fa pensare che Dante possa essere stato a Roma, almeno nell'anno del Giubileo, e cioè nel 1300.
La quasi sicurezza deriva dal fatto che questa descrizione del traffico su Ponte Sant'Angelo è presente (almeno nei documenti rimastici) solo nella Commedia.
E' vero però che Dante era bravissimo a fare delle descrizioni di luoghi non visti e che poteva aver sentito parlare di questa cosa da altri pellegrini.

Tuttavia, rimane saldo tutto il fascino di questo piccolo quadretto della Roma dell'epoca inserito tra le pieghe dei versi del Poema!

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