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mercoledì 10 gennaio 2018

La Divina Commedia in Francia!

Dante nel XXI secolo! 
Dante in Francia!

Carlo Ossola, sul Sole24Ore del 9 gennaio 2018 dedica un articolo ad una nuova versione della Divina Commedia prodotta in Francia.
Si tratta della Divine Comédie di René de Ceccatty, apparsa nell’autunno 2017 da Points.
La particolarità di questo testo è che i versi, al posto degli endecasillabi sono composti da ottonari.

Si tratta di una scelta ardita, perché, perdendo tre sillabe a verso, ne risulta che ogni terzina il Poema perde quasi un intero verso (9 sillabe, solo due in meno all'endecasillabo).

Non è anomalo l'uso di un metro diverso nelle versioni straniere della Commedia. Però, è vero che in questo modo l'opera rischia di apparire un po' stringata.



L'autore spiega così la sua scelta:
«Perché scegliere l’ottonario, che aggiunge un obbligo di concentrazione, allorquando i miei predecessori hanno preferito l’alessandrino, l’endecasillabo o il decasillabo? Il ritmo musicale e flessibile di otto piedi non obbliga il versificatore (al contrario dell’alessandrino) alla cesura mediana che inchioda il corso del verso, e rende il testo più dinamico, danzante, meno cadenzato come un pendolo».

Lasciamo la valutazione dei risultati di questo esperimento ai suoi lettori!

Invece, riportiamo qui un'altra osservazione che fa l'autore dell'articolo e che ci sembra molto interessante!
E cioè, il grande interesse dell'editoria francese per l'opera di Dante!
«Dante», scrive Ossola, «è, sempre più, un autore del XXI secolo, e classico che ogni editore francese ha in catalogo; la lista delle versioni della Divina Commedia è impressionante».
E cita alcune di queste versioni: «oltre alle classiche traduzioni di Jacqueline Risset (Flammarion), di André Pézard (nella Pléiade), di Marc Scialom (La Pochothèque), dovremmo almeno evocare quelle di Lucienne Portier (Cerf), di Jean-Charles Vegliante (Imprimerie Nationale), di Alexandre Masseron (Albin Michel), di Didier Marc Garin (Éditions de la Différence), di Alain Delorme (Édilivre), di Claude Dandréa (Orizons), senza contare le traduzioni in corso di Danièle Robert (Actes Sud: è apparso l’Enfer, 2016) e di Michel Orcel». Il grassetto l'ho aggiunto io.

Insomma, anche in Francia Dante è sempre il primo!
E a noi non può che fare piacere! 

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